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al testo di Rita Stanzione
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Ci basteremo un altro giorno franti dal nugolo di affanni e l’io solcato s’incenserà in riflessi, e pur distanti l’una saprà dell’altra voce il fiato.
Estranei all’oro cupo che snatura la levità del tempo, sospirato refrain di volo mosso da un’altura su mute crepe tese lato a lato.
Mosaico agli occhi le ho fermate, chiare molecole in carezze, cartilagini sostrato a pose tra parole e cielo
lievi alla pietra, e ancor sottile un velo di sete e acqua -una prassia d’immagini - scivola in greto d’ombra ed è già mare.
Sonetto in endecasillabi - rime ABAB, CDCD, EFG, GFE |
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